La questione del co-sleeping, ovvero dormire con il neonato, tenendo il bebè nel lettino ma in camera dei genitori o (quando più l’età del bimbo lo consente) nel lettone, è ampiamente dibattuta da anni e tutti i neogenitori si trovano a dover decidere dove far dormire il proprio cucciolo nei primi mesi/anni di vita.

Come spesso accade quando si parla di educazione e di bambini, non esiste una strada giusta e una sbagliata in assoluto, anche se le teorie più recenti sono sempre più favorevoli al co-sleeping, che lungi dall’essere considerato un “vizio” del neonato, è una componente importante nel rapporto madre-figlio, dato che allattamento, coccole e contatto fisico sono vere e proprie necessità fisiologiche.

Co-sleeping di cosa si tratta e quali sono i benefici

Co-sleeping è proprio il termine con cui viene definito, nella comunità scientifica, il dormire insieme, pratica che viene svolta aggiungendo un’apposita “culla co-sleeping”, attaccata al lettone, che permette di praticare il co-sleeping in sicurezza, senza il rischio di schiacciare il neonato durante la notte, o dormendo tutti nel lettone dei genitori quando i bimbi sono più grandicelli.

L’abitudine di dormire insieme ai figli è una consuetudine diffusa presso tutti popoli del mondo, anche se nella società occidentale è caduta in disuso per qualche decennio, per tornare in voga recentemente, forte di molte teorie che ne sottolineano i benefici per mamma e bebè.

 

Co-sleeping: assecondare le esigenze del neonato

I neonati hanno bisogno di sentire i genitori sempre vicini, di sapere che loro ci sono sempre e il dormire vicini dona ai piccoli una sicurezza impossibile da ottenere in una cameretta separata. I bimbi appena nati, infatti, non sono ancora in grado di capire che i genitori, anche se lontani dalla vista sono pronti ad arrivare al primo pianto.
Man mano che i piccoli crescono, invece, e iniziano a capire che il contatto visivo non è poi così necessario, diventerà più facile staccarli gradualmente dal lettone per riprendersi i propri spazi.

Gli esperti sono quasi tutti concordi nell’affermare che il bambino attraverso il co-sleeping acquisisca una sicurezza interiore maggiore e paradossalmente anche la capacità di stare da solo. In altre parole, più verrà accolto il desiderio di dipendenza del bambino fin da piccolo, più facilmente il bambino diventerà, in seguito, autonomo.

Trascurare sistematicamente le richieste di vicinanza del bambino o rispondere in maniera scostante rallenterebbe invece o addirittura ostacolerebbe questo processo di formazione della sicurezza interiore.
A questo dobbiamo aggiungere i vantaggi pratici del co-sleeping per la neomamma che allatta nell’avere sempre il suo cucciolo a portata di mano per gestire tutte le sue richieste più facilmente.

Quando far dormire il neonato da solo?

Una volta cresciuti, i bambini devono conquistare piano piano la loro autonomia, anche durante la notte. Naturalmente ogni famiglia ha i suoi tempi e ritmi ma in molti cercano di interrompere la convivenza notturna intorno ai 2-3 anni del bambino.

A questa età un bambino può cominciare infatti a distinguere quali siano gli spazi dell’intimità, suoi e dei genitori. Il lettone è di mamma e papà, anche se magari resta come eccezione in cui rifugiarsi la domenica mattina o quando si ha la febbre. Il bambino deve diventare sempre più consapevole del valore dell’autonomia che passa anche per la capacità di stare la notte nel proprio letto.

Dopo un certo periodo di tempo, che può variare a seconda delle esigenze, dunque, ogni madre dovrebbe dare al proprio bambino la possibilità di chiederle di starle accanto di notte solo in casi particolari: se ha paura o è malato o è ansioso per un motivo qualsiasi, instaurando così una sorta di co-sleeping “a richiesta”, che è probabilmente la strategia più giusta durante gli anni della crescita.

Interrompere il co-sleeping: come convincere un bambino a dormire da solo

Una volta deciso che è giunto il momento di provare a far dormire il piccolo in autonomia, resta il problema di come convincerlo ad abbandonare il lettone. Qui bisogna usare un sapiente mix di fermezza e dolcezza, senza cedere ad angosce e paure. È infatti tutto molto più semplice di quanto sembri, anche se ogni bimbo avrà i suoi tempi.

Una strategia può essere quella di spiegare al figlio i vantaggi del dormire nel suo lettino, a partire dallo spazio disponibile e dalla possibilità di far la nanna insieme ai suoi pupazzi del cuore, che lo aiuteranno a superare la separazione.

  • DREAMBUDDY delle linea Magical, è il pupazzo ideale per infondere sicurezza al bebè.
    I bambolotti di peluche delle fatine o degli elfi sono adorabili, coccolosi e molto morbidi e possono diventari i compagni ideali per accompagnare il bebè nell’impegnativo passaggio dal lettone al lettino.  Proprio al momento della nanna si rivelano una presenza speciale, perché funzionano da “oggetto transizionale” e aiutano il piccolo a sentirsi più sicuro, svolgendo così l’importante funzione psicologica che ben ha spiegato il famoso pediatra e psicanalista britannico Donald Winnicott. Abbiamo parlato anche in questo articolo di come abituare i bambini alle prime separazioni con i genitori.

 

i pupazzi morbidi dreambuddy della linea magical di miniland

Dreambuddy ha sul retro una magica taschina, da riempire di sogni e desideri. I bimbi più grandicelli potranno metterci dentro un disegno o una letterina propiziatoria che li accompagni felicemente durante la nanna, i piccoli un bel disegno colorato.

 

  • Anche la bacchetta magica di morbido peluche WANDY MOON (disponibile anche nella versione stella WANDY STAR) con luce da compagnia incorporata è uno strumento molto utile da introdurre nella routine del sonno, per aiutare i piccoli a non sentirsi soli e ad andare a letto senza paura.

 

 

  • DREAMCUBE il proiettore di sogni – Quanto più la cameretta sarà bella e accogliente, tanto più l’operazione nanna autonoma avrà successo. Via libera dunque a lenzuolini colorati, decorazioni e luci di compagnia che creino la perfetta atmosfera. Per stupire i più piccoli con effetti speciali è nato il Dreamcube della linea Magical,  un proiettore da riposo completo, con suoni, luci e melodie. Dreamcube aiuta a far rilassare e addormentare i bimbi grazie alla combinazione di luci soffuse, motivi proiettati sul soffitto e dolci ninne nanne da scegliere in base ai gusti del piccolo.

 

proiettore lucie. suoni dream cube magical di miniland

La routine della nanna

Altro aspetto fondamentale per affrontare la notte senza paura è instaurare una routine della buonanotte che rassicuri il bambino e lo predisponga al sonno, come già abbiamo scritto in questo articolo.
Se il bambino ha paura è necessario rassicurarlo, ma non è indispensabile farlo nel lettone dei genitori: meglio accompagnarlo in un percorso nel quale diventi più consapevole di potercela fare da solo. La routine, dal bagno al pigiama, alla canzoncina e alla lucina accesa fino a una certa ora aiuta a mettere il bambino a proprio agio, predisponendolo al relax.

NATURAL SLEEPER crea l’atmosfera giusta nella cameretta – L’idea in più? Natural Sleeper il dispositivo relax è ideale nella camera dei bimbi, perché aiuta a creare la giusta atmosfera per conciliare la nanna. Grazie all’ emissione configurabile di un rumore bianco, di colori e di profumi rilassanti si stimolano dolcemente i sensi del bebè, favorendo un sonno tranquillo, profondo e naturale.

 

dispositivo rilassante luci e suoni natural sleeper di miniland

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