La febbre nei bambini non è una malattia, è un sintomo: ma è importante saperla gestire correttamente.
Le mamme possono agitarsi un po’, quando al loro bambino viene la febbre la prima volta. Partendo dalle indicazioni date dalla Società Italiana di Pediatria e dalla Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, abbiamo risposto ai 16 dubbi più frequenti sulla febbre nei bambini. In caso di dubbio, comunque, il consiglio principale è quello di rivolgersi al pediatra.
Febbre nei bambini: domande più frequenti
1 – Che cos’è la febbre nei bambini?
In generale, la febbre è un meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo per contrastare gli agenti patogeni esterni (virus o batteri): con il rialzo della temperatura corporea, la proliferazione batterica o virale diventa più difficile. Non si tratta di una malattia ma di un sintomo, e diventa degna di attenzione se è associata ad altri sintomi che recano disturbo al bambino.
Si parla di febbre quando la temperatura supera i 37 °C . Bisogna però precisare che:
- la temperatura corporea è diversa da bambino a bambino.
- nei bambini, la temperatura può alzarsi anche per cause fisiche, come uno sforzo intenso o l’esposizione prolungata al sole.
- la temperatura segue un ritmo circadiano: è normale rilevare una temperatura più bassa la mattina e più alta la sera.
2 – Quali sono le cause principali della febbre del bambino?
Le cause della febbre nei bambini sono le infezioni virali o batteriche.
3 – L’eruzione dei dentini fa venire la febbre?
Gli unici sintomi che possono essere associati allo spuntare dei primi dentini sono:
- gengive arrossate
- irritabilità
- salivazione abbondante
Non esistono prove scientifiche che dimostrino con certezza una relazione tra dentizione e febbre alta: è stato solo individuato un lieve rialzo di temperatura in una minoranza di bambini.
4 – Qual è il modo migliore per misurare la febbre?
In generale, dipende da quanti mesi ha il bambino.
Secondo la Società Italiana di Pediatria, questi sono i metodi consigliati per misurare la febbre in base all’età del bimbo:
- fino a 4 settimane di vita: misurazione ascellare con termometro elettronico. La misurazione ascellare è facile da realizzare ed è ben tollerata dalla maggioranza dei bambini.
- oltre le 4 settimane di vita: misurazione ascellare con termometro elettronico o quella timpanica con termometro a infrarossi.
Le linee guida della Società italiana di Pediatria raccomandano di evitare la misurazione rettale di routine nei bambini con meno di 5 anni, perché è una procedura particolarmente invasiva e fastidiosa.
5 – Che cosa bisogna fare quando il bambino ha la febbre?
Il primo consiglio è di rimanere calmi e consultare il pediatra. L’indicazione che in genere viene data è quella di osservare il bambino e vedere come si evolve la situazione.
In particolare, bisogna prestare attenzione se, oltre alla febbre, il bambino manifesta reazioni di malessere o di dolore come:
- sonnolenza
- irritabilità
- pianto flebile
- disidratazione
- forte mal di testa, rigidità nucale
- difficoltà a respirare
- convulsioni
- vomito
- diarrea
- eruzione cutanea
6 – Quando bisogna usare gli antipiretici per abbassare la febbre?
La febbre va abbassata con gli antipiretici solo quando la temperatura supera i 38,5 ° (temperatura cutanea) con malessere generale.
Va abbassata anche se dura da molti giorni, perché può provocare disidratazione nel bambino. Se il bambino soffre di epilessia o di convulsioni febbrili, ci sono casi in cui si può intervenire anche prima dei 38,5 °.
In ogni caso, bisogna sempre consultare il pediatra.
7 – Quali sono gli antipiretici migliori per i bambini?
Gli antipiretici pediatrici sono il paracetamolo (un antipiretico/analgesico) e l’ibuprofene (un antinfiammatorio non steroideo), da somministrare o l’uno o l’altro, mai combinati o alternati. Bisogna prestare molta attenzione al dosaggio, che va calcolato in base al peso del bambino e non in base all’età, e agli intervalli di somministrazione. Il dosaggio per il paracetamolo è di 15 mg per chilo per dose ogni 4-6 ore (massimo 90 mg/kg al giorno) e il dosaggio per l’ibuprofene di 10 mg per chilo per dose ogni 6-8 ore (massimo 40 mg/kg al giorno).
8 – Gli antipiretici sono meglio in gocce o in supposte?
Le linee guida della Società Italiana di Pediatria raccomandano di somministrare sia il paracetamolo sia l’ibuprofene in gocce o sciroppo: l’assorbimento è più costante ed è possibile una maggiore precisione nel dosaggio. Per questi motivi, i loro effetti sono più prevedibili.
Meglio evitare invece le supposte: sono sgradevoli per il bambino e si tende al sovradosaggio. Le supposte vanno somministrate solo se, oltre alla febbre, è presente vomito o altre condizioni che impediscano l’uso di farmaci per via orale.
9 – Gli antipiretici sono ben tollerati dai bambini?
Paracetamolo e ibuprofene sono antipiretici generalmente sicuri ed efficaci, se si rispettano i dosaggi e i tempi giusti. In ogni caso, sebbene considerati ben tollerati dai bambini, possono dare effetti collaterali.
Verifica sempre che il bambino non presenti fattori concomitanti che possono aumentare il rischio di tossicità dei due farmaci antipiretici:
- con il paracetamolo: bisogna valutare se sta assumendo altri medicinali o se presenta determinate condizioni di rischio, come diabete, obesità, malnutrizione, storia familiare di reazione epatotossica, condizioni di digiuno prolungato.
- con l’ibuprofene: se c’è disidratazione, varicella in atto, contemporaneo trattamento con alcuni farmaci.
Se hai dubbi, rivolgiti sempre al pediatra.
10 – Oltre agli antipiretici, bisogna somministrare anche degli antibiotici?
No. L’antibiotico va somministrato solo se c’è il sospetto fondato di un’infezione di origine batterica e solo se il medico lo stabilisce. Certamente l’antibiotico non va dato in caso di influenza o rinite, che sono causate da virus.
11 – Se, nonostante l’antipiretico, la febbre del bambino non si abbassa, bisogna portarlo al pronto soccorso?
Dipende dall’età del bambino:
- se il bambino ha meno di 28 giorni: va portato al pronto soccorso.
- se il bambino ha tra 1 e 12 mesi: va fatto visitare in giornata, al pronto soccorso o dal proprio pediatra. In questi casi, infatti, è abbastanza significativo il rischio di un’infezione batterica di grave entità (setticemia, polmonite, pielonefrite, meningite).
- se il bambino ha più di 12 mesi: non bisogna allarmarsi troppo. Una febbre anche alta può durare anche quattro o cinque giorni e, in generale, non è indicativa della gravità della malattia, anche se è sempre meglio tenere informato il pediatra. Consulta il medico c’è anche un rapido peggioramento delle condizioni generali (vomito, mal di testa, alterazioni della respirazione, pallore estremo, scarsa reattività) o se dura da giorni senza una causa apparente.
12 – Spugnature fredde o bagni tiepidi possono aiutare a ridurre la temperatura corporea del bambino?
Sono sconsigliati tutti i vari mezzi fisici per abbassare la febbre: spugnature fredde, bagni tiepidi, borse del ghiaccio, esposizione a correnti fredde o frizione della cute con alcool perché, come dicono le linee guida, la febbre è un innalzamento della temperatura corporea comandato a livello centrale dal cervello, e quindi non si può modificare raffreddando la periferia. Invece, è utile e mantenere la temperatura della camera del bambino sotto i 18° C ed eventualmente far fare un bagno tiepido di pochi minuti.
13 – Che cosa sono le convulsioni nei bambini?
Le convulsioni febbrili semplici sono eventi critici occasionali che si possono verificare in presenza di una temperatura corporea di 38° C o superiore. Si verificano di solito nei bambini più piccoli, di età compresa tra 1 e 5 anni.
Sono caratterizzate da:
– febbre
– perdita di coscienza
– movimenti ripetuti e ritmici delle braccia e/o delle gambe
– irrigidimento della muscolatura
Possono presentarsi anche con sguardo fisso e rotazione verso l’alto degli occhi, e sono sempre seguite da uno stato di sonnolenza del bambino.
In caso di convulsioni febbrili, si consiglia di:
- mantenere la calma.
- mettere il bambino in posizione di sicurezza (sdraiato su di un fianco con la testa rivolta verso il basso).
- liberarlo dai vestiti stretti.
- eliminare velocemente dalla bocca gli eventuali residui di cibo.
- non dargli farmaci per via orale.
- se è il primo episodio, allerta i soccorsi o porta tu stesso il bambino presso un pronto soccorso.
- osserva il tipo e la durata della crisi per fornire ai medici dettagli attendibili.
14 – È vero che quando il bambino ha la febbre bisogna scoprirlo?
Sì, è vero. I bambini con la febbre devono essere vestiti con abiti leggeri e di cotone e, quando sono a letto, vanno tenuti scoperti per favorire la dispersione del calore. Se però la febbre sale rapidamente, il bambino può avere brividi di freddo. In questa fase è bene coprire il bambino ma, quando la temperatura si è stabilizzata e sono finiti i brividi, meglio non coprirlo troppo.
15 – In caso di febbre si può continuare ad allattare il bambino al seno?
Certo, anzi: se il bambino prende il latte al seno bisogna attaccarlo spesso per favorirne l’idratazione.
16 – Posso portare fuori casa il bambino quando ha la febbre?
Sì. È sbagliato pensare che far uscire un bambino con la febbre possa arrecargli danno. Ovviamente non è il caso di portarlo a giocare ai giardinetti, ma si può per esempio portarlo dal pediatra.